ILLUMINISMO: MONTESQUIEU

Montesquieu nasce vicino a Bordeaux. Dopo gli studi in legge entrò alla corte di giustizia della sua città, dove diventò a ventisette anni presidente. Montesquieu non fa esattamente parte del novero dei philosophes, gli illuministi francesi come Voltaire, Diderot e D'Alambert. Era di una generazione precedente, partecipò al progetto dell’ Enciclopedia e fu per loro un punto di riferimento. Il suo più celebre lavoro si intitola "lo spirito delle leggi", considerato un trattato giuridico-politico. L'obiettivo di Montesquieu era quello di descrivere i rapporti necessari che intercorrono fra i regimi politico-istituzionali e i sistemi giuridici, fra governo e diritto. 

Secondo Montesquieu, uno dei più importanti personaggio dell’illuminismo, una limitazione del potere di un monarca poteva esser ottenuta mediante una divisione del potere in tre: potere giudiziario, potere legislativo, potere esecutivo. Questa limitazione avrebbe infatti anche impedito il dispotismo e di portando una monarchia di tipo parlamentare, successivamente ripresa da Jhon Locke

Secondo Montesquieu concentrare i poteri in un’unica persona come nel caso del dispotismo privava i cittadini della loro libertà. Lo stesso avveniva nella repubblica dove il popolo, al tempo stesso tempo sovrano e suddito, deteneva tutti i poteri: fare le leggi, farle applicare e controllare che fossero rispettate. Montesquieu concluse che i tre poteri dovevano essere separati e affidati a organismi diversi che si controllassero e limitassero reciprocamente. Il potere legislativo doveva essere attribuito a un’assemblea rappresentativa o Parlamento, l’esecutivo al governo e il giudiziario alla magistratura. La forma di governo che meglio rispecchiava il pensiero di Montesquieu era la monarchia parlamentare inglese, dove i poteri venivano divisi garantendo la libertà di ognuno.







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