EMPIRISMO SECONDO LOCKE

È il più grande esponente dell’empirismo inglese. La critica alle idee innate Locke, ispiratosi a Hobbes, non attribuisce alla ragione tutti quei caratteri attribuiteli da Cartesio: la ragione non è uguale per tutti gli uomini, non è infallibile in quanto le idee possono essere oscure, o non unibili tramite ragionamenti; inoltre la ragione, non potendo ricavare da sé i principi, deve necessariamente ricavarli dall'esperienza. La ragione è l'unica guida efficace di cui l'uomo dispone. 

Secondo Locke, però, prima di indagare per i problemi trattati, era necessario esaminare le capacità dell'uomo e vedere quali oggetti il suo intelletto è o non è capace di considerare. Questo è il tema centrale del Saggio di Locke, con il quale si ebbe un primo approccio alla filosofia critica, diretta a stabilire le possibilità umane col riconoscimento dei limiti propri anch'essi dell'uomo, in quanto propri della sua ragione che deve fare i conti con l'esperienza, che fornisce alla ragione il materiale che essa utilizza.

Secondo Locke l'oggetto della conoscenza è l'idea, che deriva direttamente dall'esperienza e  siccome che la realtà si divide per l'uomo in realtà esterna (le cose naturali) ed interna (lo spirito), le idee si divideranno in idee di sensazione (se provenienti dall'esterno) e idee di riflessione (se derivanti dall'interno). Egli rimane fedele al principio cartesiano che avere un'idea significa esserne cosciente, e le idee non esistono se non sono pensate, quindi critica le idee innate in quanto ritiene che esse siano raggiunte dal bambino nell'età della ragione come altre idee non considerate tali, e neanche i principi morali sono tali perché hanno anch'essi bisogno di dimostrazione. Le idee si dividono invece in idee semplici e idee complesse, l'esperienza ci fornisce le idee semplici che sono poi elaborate dal nostro intelletto e riunite in idee complesse.




Locke parte dalla critica all’innatismo cartesiano: non esistono idee, verità, princìpi innati, se le idee fossero innate tutti gli uomini dovrebbero avere le medesime idee e invece questo non accade (vedi ad es. i selvaggi, gli incolti, ecc.). È diffusa osserva Locke l’opinione che esistano idee e principi innati, cioè da sempre impressi nell’anima. Chiunque riconosce che proposizioni come quella che esprime il principio di non contraddizione (una cosa non può avere simul- taneamente due attributi opposti ) sono evidenti La critica alle idee innate Locke parte dalla critica all’innatismo cartesiano: non esistono idee, verità, princìpi innati, se le idee fossero innate tutti gli uomini dovrebbero avere le medesime idee e invece questo non accade (vedi ad es. i selvaggi, gli incolti, ecc.)

È il più grande esponente dell’empirismo inglese. 2/ John LOCKE (1632-1704) Non esistono idee innate: la mente è come un foglio bianco su cui l’esperienza “scrive” le ideo Opere: Saggio sull’intelletto umano, Pensieri sull’educazione, Trattati sul governo, Lettera sulla tolleranza religiosa

Commenti

Post popolari in questo blog

HOBBES E LO STATO ASSOLUTO

ILLUMINISMO: VOLTAIRE